giovedì 31 ottobre 2013

Solennità di tutti i Santi

Domani ci viene offerta una preziosissima occasione: guardare in Alto, in Cielo per contemplare la Gerusalemme celeste, quel Regno glorioso in cui miriadi di uomini, donne, bambini, vecchi, laici, consacrati adorano in eterno il volto di Dio.
Perché questa solennità? Anzitutto perché ci richiama alla mente ciò a cui siamo destinati, ci apre gli orizzonti, ci dà l'opportunità di..."respirare" a pieni polmoni. Il destino di ciascuno di noi non è la tomba, non è il cimitero, ma è la gloria del Paradiso. Quanta gioia infonde questa speranza!
Mai come in questi tempi, in cui tutto, particolarmente un materialismo devastante, ci porta ad abbassare lo sguardo, a puntare in basso, la festa dei Santi estende all'infinito il nostro spirito. Davvero una boccata d'ossigeno.
Chi sono i santi? Sono quelli che devotamente visitiamo nelle cappelle delle nostre chiese? Anche, ma non solo. Il pensiero non può non andare a quella infinita schiera di anime sante di uomini e donne semplici, umili, mansueti, che hanno saputo vivere nella quotidianità il loro percorso di santità. L'Apocalisse (I Lettura) a questi fa riferimento quando afferma: "ecco, una moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua". Ognuno pensi ai "santi" della propria famiglia, di quanti, nel proprio piccolo, hanno saputo coltivare le Beatitudini, sono stati seminatori di pace, assetati di giustizia, puri di cuore, misericordiosi...
Anche noi siamo chiamati a raggiungerli, sforzandoci di vivere santamente la nostra esistenza, senza gesti eclatanti, ma nella semplicità della nostra povera esistenza.

E guardando alla gloria dei Santi varcheremo, con spirito rinnovato, le porte del cimitero in questi giorni dedicati alla commemorazione dei nostri cari defunti.
Ogni anno la Chiesa raccomanda una maggiore essenzialità anche negli atti e nei gesti che compiremo sulle tombe dei nostri parenti. Vedremo gente più c'altrove troppa, (Dante, Canto VII) con mazzi di fiori senza numero, perché la tomba del proprio caro sia "più addobbata" di quella del vicino; vedremo gente seduta nelle cappelle private a far tutto, tranne che a pregare; vedremo nuclei familiari divisi tra loro, a causa di una eredità non equamente suddivisa tra gli eredi, i quali ora, ipocritamente, fingono di andare d'accordo attorno alla lapide marmorea del caro defunto. Facciamo verità in noi stessi.
Cosa fare per i cari defunti? Pregare. Diceva S.Agostino: "Per i nostri cari defunti, le lacrime si asciugano, i fiori appassiscono, la preghiera invece resta in eterno dinanzi a Dio". La Chiesa suggerisce di lucrare l'indulgenza plenaria (cfr. http://www.qumran2.net/materiale/anteprima.php?id=1641&anchor=documento_1&ritorna=%2Findice.php%3Fdata%3D2013-11-01%26liturgia%3DS1101%26ordinamento%3Daree&width=1366&height=682), di far celebrare Messe di suffragio.

Abbraccio tutti, soprattutto quelle famiglie che, in questi ultimi mesi, hanno perso tragicamente i proprio cari. Vi sono vicino con la preghiera.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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